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I capelli al tempo degli smartphone

La messa in piega ai tempi dello smartphone

Come gli smartphone hanno cambiato le abitudini quando ci prendiamo cura dei nostri capelli.

Sentir parlare di capelli da un trentenne calvo è un po’ come ascoltare Giampiero Galeazzi che racconta tutti i segreti di un’alimentazione sana ed equilibrata. Eppure…

Eppure è proprio lo sguardo di chi non è assiduo frequentatore dei nostrani coiffeur che meglio può notare quei particolari che agli habituée sfuggiranno, assorbiti dalla quotidianità del rapporto.
In questo senso, quindi, posso ringraziare il rasoio con cui settimanalmente toso la sparuta erba delle rinsecchite aiuole che tappezzano il mio cranio. Il fai-da-me mi ha permesso di rimanere ignaro di tutto ciò che negli ultimi 7 anni ha gravitato attorno all’arte della tricotomia e dei prodotti per capelli.

È stata infatti una piccola rivelazione accompagnare la mia fidanzata dal parrucchiere, qualche giorno fa. Una piccola, personale epifania.

Non che mi aspettassi che tutto fosse rimasto come allora, quando anch’io andavo a farmi sistemare alla meno peggio i tenaci capelli che si ostinavano a crescere attorno alla chierica.
Non sono uno sprovveduto. Il mondo cambia e anche le abitudini della gente dal parrucchiere non potevano che essere cambiate nel corso di questi anni.
Mi ha però colpito lo strano rapporto che si è instaurato tra l’appuntamento dal coiffeur e l’ossessione da smartphone.

Una tizia, che per convenzione chiameremo Susy, si era appena accomodata al lavandino per una bella lavata di capo con shampoo biologico proprio mentre io e la mia consorte avevamo fatto ingresso nell’elegante salone in pieno centro a Riccione.
Ragazza giovane e graziosa, la Susy. Vestita semplice, piuttosto silenziosa e che lasciava intendere, dalle poche parole, uno spiccato accento pugliese.
Oggetto dell’appuntamento dallo specialista della cura dei suoi capelli: una bella acconciatura da cerimonia. Un intervento impegnativo e di qualità, insomma, non una “sveltina”.

Lo smartphone interviene fin dai primi abboccamenti col parrucchiere.
Mi sarei aspettato la classica (e complicata) spiegazione del tipo: “solo una spuntatura di lunghezza, con riccioli morbidi e non troppo aggressivi, shatush camomilla”.
No. Sono rimasto indietro. La descrizione è sorpassata, le parole sono demodé. Nessuno spazio alla creatività del parrucchiere: non sia mai che capisca fischi per fiaschi.

Ora l’imperativo categorico è sfoderare il cellulare e mostrare al proprio hairstylist qualche immagine di esempio scovata su internet. “Li voglio così”, asserisce senza mezzi termini Susy.
Altro che catalogo: oggi è Google Immagini a farla da padrone. Il parrucchiere, più avvezzo di me a questo sistema, fissa lo schermo dello smartphone, annuisce con annoiato gesto del capo e prosegue con l’asciugatura della folta chioma di Susy.

Pensavo di averle viste tutte. Ingenuo.
Scopro invece, pochi minuti dopo, che lo smartphone non è solo il catalogo 2.0 per il parrucchiere moderno.
Ha anche una secondaria (e, a mio avviso, ben più disdicevole) funzione: quella di sostitutivo della sessione di gossip con il professionista di fiducia.

Se infatti un tempo le più piccanti verità su di sé, ma soprattutto su amici, nemici e parenti, venivano svelate solo al prete e al barbiere di paese, oggi il sacerdote è (forse) l’unico depositario dei segreti più inconfessabili. Il parrucchiere, invece, rimane spesso vittima dello straniamento da connessione internet della propria clientela.

La nostra Susy, infatti, ormai nelle sapienti mani dell’assistente parrucchiera addetta ai ricciolini, rimane per il residuo tempo con il capo chino sullo schermo, cuffie nelle orecchie, a guardare video di Youtube e a chattare su Facebook.

Un evidente contro, per il parrucchiere dell’era H3G.
Anche se, va detto, esiste anche un pro (pur minimo) da tenere in considerazione: la posizione tipica della testa dello smartphonista: rivolta verso il basso, ferma e concentrata sullo schermo. Poco interattiva con l’hairstylist, ma senz’altro ideale per il parrucchiere intento nella creazione di riccioli perfetti.

Insomma, cara Susy: sarai pure un po’ lessa a farti fare i capelli guardando il telefonino, ma come manichino cui fare i boccoli sei perfetta!

Andrea Saporetti

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